Marco Patricelli – (I fiori del Tibisco)

AL COLONNA IL NUOVO LIBRO DI MARIANACCI

Parte come idea dall’Abruzzo, gira il mondo, prende forma a Budapest e nella compiutezza letteraria approda infine a casa il nuovo romanzo di Dante Marianacci “I fiori del Tibisco” (Rubbettino, pp.110, E.6) che viene presentato oggi alle 18 al Museo Colonna di Pescara. Il libro del diplomatico, direttore dell’Istituto italiano di cultura nella capitale magiara, è un avvincente acquerello di impressioni e sensazioni di un uomo, Giorgio, che all’apice della carriera fa i conti con se stesso mettendo sulla bilancia della vita l’avere e l’essere. Per ottenere le risposte alle domande che lo martellano, ha bisogno di ritrovare le proprie radici;abbandona così i fasti della Mitteleuropa per il piccolo paese d’Abruzzo che gli ha dato i natali, per mettere a confronto il passato con il presente, lì dove la realtà può essere sogno e il sogno diventare realtà. I flashback della sua esistenza, su luoghi e persone, illuminano il cammino che deve portarlo a ritrovare se stesso. L’imput arriva con una presenza inaspettata che fa da detonatore a nuove emozioni. La visione dei “fiori del Tibisco”, quel singolare fenomeno che anima le rive del fiume ungherese con nuvole di effimere che celebrano la pienezza della vita come preludio alla sua fine, dà a Giorgio un nuovo slancio per ricominciare. Il romanzo sarà presentato dall’assessore alla cultura del Comune di Pescara Adelchi De Collibus, dal giornalista culturale della Rai Franco Farias, dal docente di letteratura inglese all’Università “Gabriele d’Annunzio” Francesco Marroni e dalla scrittrice e vicepresidente del Premio Flaiano Lucilla Sergiacomo.

Marco Patricelli

DOVE CORRE IL FIUME DELL’ANIMA
Il romanzo “I fiori del Tibisco” di Dante Marianacci

Pescara – Il grande mixer della vita può far ruotare vorticosamente gli elementi che via via la costruiscono, ma non può dissolverli nel fluire ora placido ora burrascoso dell’esistenza. E così nella tempesta dell’anima di Giorgio, i cui ricordi affiorano con prepotenza per dare un senso al presente e lenire le angosce. “I fiori del Tibisco” (Rubbettino, pp.115, E.6) di Dante Marianacci sono la proiezione di quegli elementi della vita che raggiungono il loro fulgore proprio nell’attimo prima di spegnersi. Il protagonista è l’alter ego del suo creatore, con il quale condivide l’invidiabile carriera diplomatica che lo porta in giro per il mondo e che per contrappasso tende a limarne impercettibilmente ma inesorabilmente le radici. I fiori del Tibisco sono l’espressione poetica del manto di effimere che popolano le acque del fiume magiaro in una brevissima stagione dell’anno per il rito dell’amore, indissolubile preludio a quello della morte. L’Ungheria come luogo del presente che scolora nell’infanzia abruzzese, nelle esperienze di Scozia, negli echi moravi della musica di Janacek, tra Petöfi, Joyce e Dante. L’universo composito della cultura europea e la dimensione della provincia come madeleine proustiana; l’impossibilità di rispondere alla domanda “dove andiamo” con la rassicurante certezza del “dove veniamo”. Itinerario dell’anima.

Marco Patricelli
Il Tempo, 29 giugno 2006