Scenari della mente (Di Felice Edizioni, 2016)

I NOMI CHE PORTI
Tu, povero diavolo, porti un nome
che ti ha spezzato le reni
e ti ha fatto tremare le vene e i polsi,
un peso troppo grande da sopportare.
Hai trascorso molta parte del cammino
a rimirare da lontano
il dilettoso monte del tuo autore
inebriarti della sua possente luce
e della saggezza dei maestri
figurarti nelle stravaganze dell’immaginazione
e favolosamente, l’inesplorato altro viaggio.
Chi ha pensato di darti quel nome,
in buona fede, s’intende,
ha reiterato amorevolmente l’inganno
con quell’Arnaut lussurioso e strano
che nadi contra suberna
quel miglior fabbro esemplato dai poeti
che d’amori in uno ne figurò tanti
e in altri fece onor col suo dir novo e bello.
Non pensava allora
chi a nomarti si fece paterno gioco
alla selva selvaggia o alle fiere
né all’invalicabile muro di parole
eretto davanti agli attristati occhi
di fanciullo spalancati sul mondo.
Col trascorrere inesorabile del tempo
nell’asprura di un cuore dilagante
dopo le troppe peregrinazioni
quel cementato muro divisorio
s’è elevato a dismisura
e sempre più evanescente
s’è fatto, nel sogno, il desiderio di scalarlo.