Odüsszeusz a szélben/Odysseus nel vento (Napkú Kiadó, 2005)

I POETI (1977)

I poeti amano ancora i fiori,
gli uccelli, l’acque alle sorgenti
la luna, il vento che accarezza
i monumenti di pietra.

Non amano i poeti il dolore,
la vita che si contorce
nei deserti dell’anima,
nel labirinto dei sogni.

Sanno ancora morire d’amore i poeti?

LETTERA AL PADRE (1990)

Più di me poeta, tu nella poesia vivevi
io a stento imparavo a recitare la mia parte.
E il volto tuo sofferto
nascondeva un’innocenza mai tradita. 

Dove sei ora, Padre ?
Dove cercarti nella smesuranza del pensiero ?
A volte, solo, in questa casa straniera
mi sorprendo come un bambino
e di bambino torna un’immagine lontana
di te che mi parlavi sotto la quercia grande
quel giorno del primo addio.
E vidi una lacrima percorrerti come un fiume.
E forte t’abbracciavo t’abbracciavo. 

Resto in quell’abbraccio abbarbicato
e così mi piace pensarti anche qui
tra le fumose nebbie della Moldava.

ALTRE ILLUMINAZIONI (2001)

Milena un giorno
gli ricordò ch’era molto malato.

La condanna l’aveva scritta tutta
in una notte e aveva subito
voluta leggerla a tutti.

C’entravano i sogni
in quella storia
di morte per annegamento
e c’entrava il padre
insensibile e dominatore
giudice parziale e crudele.

Certo, bisognava guadagnarsi
Una sepoltura, diceva,
semplicemente scrivendo.

In fondo la morte è solo
un ingrediente
nella sterminata dolcezza
della vita.

Illuminazione e morte dunque
in questa Praga sonnolenta d’inverno
mentre volavano basse le cornacchie
nella macina del tempo.

poesie di Dante Marianacci, tratte da ‘Odysseus nel vento, Budapest 2005